domenica 30 novembre 2014

Quel che una pianta sa - Daniel Chamovitz


Questo libro va letto lentamente facendosi trasportare nel labirinto dei ragionamenti che i botanici e biologi costruiscono con le loro domande per giungere a capire lo schema che sta dietro ai comportamenti delle piante. Non c'è dubbio che la curiosità è alla base del conoscere e quella degli studiosi è veramente stupefacente! Del tipo:

  • come fa una pianta a sapere che è primavera e quindi fiorire?
  • come fa a girarsi sempre verso la luce? 
  • come fa a far crescere le radici verso il basso quando è sempre in movimento verso la luce?
  • e molto ancora.
Esperimenti ed acute osservazioni portano alle spiegazioni scientifiche che, diciamolo, escludono l'assomiglianza all' umano che a volte noi vogliamo attribuire alle ns piante di casa. Ciò non toglie comunque che io possa  dire al mio Limone che sta sul terrazzo: quanto sei bello! e pensi che lui sia felice del mio complimento. Oppure chiamare   "il Magnifico" l'Acero giapponese che ho cresciuto da un germoglio trovato e che quando lo vedo con le foglie un po' giù gli dica "hai sete?" Non da ultimo quando guardo l'Ophrys apifera  e mi appare un folletto, io la veda come tale. La scienza spiega i sensi con "movimenti chimici o elettrici" ma il resto non ancora. Per farla semplice: se guardo una casa capisco il progetto che l'ha costruita, ma  diventa qualcosa di speciale quando io ci abito, la vivo. Certo, materialmente segue le leggi della gravità, della stabilità ma il resto è un'energia, un odore, un "allure" datogli dagli abitanti. Non è che io non apprezzi la scienza anzi,  ma apprezzo anche il resto: E uno non esclude l'altro!
Le piante mi donano molto, anche indirettamente! Ad esempio attraverso questo libro  ho appreso che noi, umani, abbiamo un sesto senso orientato verso l'interno. Si chiama PROPRIOCEZIONE e ci rende in grado di conoscere le diverse parti del nostro corpo in relazione l'una con l'altra, senza doverle guardare.
Se non fossi stata interessata al comportamento delle piante, probabilmente, non l'avrei mai saputo, perché anche loro ce l'hanno.


mercoledì 26 novembre 2014

Bindes- lavori in corso


Proseguo con la tavola dove ritraggo la Bindes in versione autunnale.
Ho fatto molte prove prima di scegliere il colore esatto. 
Il problema è che i frutti più si seccato più diventano scuri e non solo, quelli che cadono essendo più maturi,  hanno un colore più secco di quelli ancora attaccati. 
Cosa vuol dire secco? 
significa che virano alla polvere .
Spero di riuscire a dare questa idea nella tavola.


sabato 22 novembre 2014

Giornata degli alberi con due amiche

Preparando i diademi per la Festa degli Alberi di domenica prossima all'Oasi Airone Rosso di Desenzano  ho pensato ad Erminia, che lavora alla Libreria Giunti a Desenzano sul lungolago, dove avevo fatto la presentazione del Corso di Sketching autunno 2014.  Ho costruito questa corona con le foglie del mio Acero giapponese perchè queste piccole foglie, secondo me, sono adatte a lei minuta minuta ma energica. Naturalmente è stata una gioia andare a trovarla e donargliela. Ma ancora più felice sono stata quando appoggiandola sul suo capo, lei ha detto:  oggi è la festa degli alberi , allora io me la tengo su tutto il giorno!!!! Sapevo che lei è così straordinaria  e ho fatto centro:
 le sta così bene!!!!
Ma non è finita qui!
Inebriata dalla sua scelta, ho messa la mia corona preferita per andare a ginnastica . 
Dovevate vedere le faccie stupite delle mie amiche.!!!
Tutte comunque sono rimaste colpite e il diadema stava talmente bene a lei che ho deciso di regalargliela.
 Guardate 

sembrava fatta apposta per lei.
Ho festeggiato la mia Giornata degli alberi felicemente donando !
ed anche accettando quel pizzico di follia che è dentro di me.
Come dice una mia allieva:
a volte bizzarra!!

venerdì 21 novembre 2014

Giornata degli Alberi

Sono un Platano 
e qui sotto sono un Liquidambar


 Buona festa degli Alberi
a tutti

Pensavo agli alberi che ho incontrato nella vita:
quelli particolari
Una Quercia sulla quale mi arrampicavo da piccola nei giardini vicino a casa a Milano. 
Vado spesso a vederla : è cresciuta naturalmente, ma è ancora lì e se vado sotto e guardo la sua chioma  vedo che i rami più vicini non sono i miei,  li hanno tagliati. Ora il primo appiglio è troppo in alto . Chi si arrampica più lì! Peccato !!
Poi cè il Cedro del Libano nella casa vicina. Più alto della ns casa, lo vedo dal soggiono: é bellissimo! Lo chiamiamo il "condominio degli uccelli" perchè quando i pigliamosche facevano il nido nel rullo delle ns tende sul terrazzo, i piccoli ai primi voli andavano proprio sul Cedro. Lui ospita diversi nidi. tortore, merli e ultimamente le gazze ladre vanno dentro a fare caccia e così avvengono baruffe rumorose che mi chiamano ad uscire a vedere cosa succede.
Ultimamente gli stornelli si appostano in massa. Sembrano gli indiani in assedio in alto sulle rupi.
Con grande soddisfazione batto le mani così se ne volano via.
Quando c'è vento, il fruscio del Cedro mi parla, mi ricorda l'albero di Heidi.
Poi c'è l'ulivo davanti, quello sul quale si arrampicava sempre ns figlio . Gli avevamo regalato un piccolo binocolo e da lì osservava il mondo.
Sognava una casa sull'albero come facevo anch'io da piccola: un rifugio in cima al mondo.
L'ultimo è l'ulivo che io chiamo Pinocchio, per via del tronco che ha la faccia di pinocchio.
Tutte le mattine lo guardo dalla finestra della cucina.
Gli alberi sono belli ed a volte, quando li guardiamo con gli occhi del cuore, diventano delle persone. 

giovedì 20 novembre 2014

Bindes - lavori in corso


 Ho iniziato una tavola per ritrarre quel piccolo gioiello che è la Bindes.

martedì 18 novembre 2014

Bindes frondosus L. - canapa acquatica




Incontrai la Bindes quando andai a fare un incontro di Sketching nella zona umida chiamata i Mantelli vicino a Pozzolengo. Con gli studenti notammo quanto era strana. Era cresciuta proprio al limitare del campo di granoturco e la differenza di altezza delle due piante invitava ad avvicinarsi per capire cosa fosse quel capolino giallo sperduto tra i giganti. La guardai e subito mi ricordò un anello (molto di moda negli anni 60') fatto di tanti piccoli brillanti montati a castelletto. Infatti l'infiorescenza è composta da tanti piccoli fiori gialli che crescono in cima  ad una lamina, esattamente nella sua parte concava, terminante con due aculei spinosi. Molto insolito. Era ovvio che fosse una composita e precisamente, visto il periodo di fioritura, un'asteraceae. Purtroppo non facemmo foto sul luogo, ma ne prelevai un esemplare. Lo misi in acqua e lascia che progredisse sulla sua strada di maturazione. Cominciò pian piano a maturare e le lamine da verdi virarono al bruno e poi cominciarono ad abbassarsi per staccarsi dal nucleo. Immaginate un soffione solido.

Così mi sono ricordata che mio padre quando tornava dalla caccia, aveva sempre i pantaloni pieni di queste forbicine. Che stranezza! Non conoscevo da dove provenissero.  Naturalmente non posso non fare  lo sketch di una specie così particolare


Ben si vedono i semi a forma di forbicina. Il loro trasporto  è affidato agli animali perchè passando vicino alla pianta, le forbicine rimangono attaccate al manto. 
Leggendo qua e là ho scoperto che non è nostra, bensì arriva dalle Americhe e si trova talemente bene qui da noi, che è diventata specie infestante.
Infestante o no a me piace !
Piacerà sicuramente anche a voi, se andate a vedere questi ingrandimenti
www.microscopy-uk.org.  click su   Beggar-Ticks
apprezzerete la biodiversità.
 A questo punto non mi resta che aspettare la prossima estate per studiarmi il fiore, anche se visto gli ingrandimenti, già prevedo che sarà dura.  Un'ultima nota: a vedere l'ingrandimento del fiore giallo in cima alla lamina, mi sembra di vedere una pianta grassa! 
Forse sono un po pazza ?  ah ha ha!!!!!


martedì 4 novembre 2014

L'incontro biochimico del Polline con l'ovulo . La Foresta nascosta di David George Haskell

Andando in biblioteca ho avuto una sorpresa: Mariarosa, la bibliotecaria, mi porge un libro dicendomi che avevano appena fatto dei nuovi acquisti tra cui un libro proprio adatto a me


Molto gentile Mariarosa e soprattutto in gamba! Acquistare secondo le preferenze degli utenti è un'ottima scelta ed io ringrazio per questa delicatezza.
Questo libro nasce dal progetto di un biologo che decide di osservare  per un anno intero, un piccolo spazio nella foresta americana.  Che strano! Pensavo che i biologi fossero scienziati tutti di un pezzo, di quelli solidi come una roccia ed invece si capisce già dal suo nominare Mandala il pezzo di terreno, che anche il biologo ha un anima piena di respiri in simbiosi con la Natura. Osservazioni da persona sensibile sono sparsi per tutte le pagine. Del resto chi, se non un animo gentile, si prenderebbe la briga di osservare per un anno lo stesso pezzo di terreno.Cosa pensa uno seduto di fronte al mandala? D'accordo fa il confronto con la settimana precedente e poi??? riflette, annota , racconta a se stesso il perchè e il per come. Mi chiedo: lo ha fatto per se stesso oppure aveva già in mente di raccontarlo a noi?. Qualunque sia la risposta ha scritto delle pagine interessanti. Quelle che mi son piaciute di più raccontano di come il polline percorre il suo cammino fino ad incontrare l'ovulo. Mi piace perchè ha trasformato la descrizione scientifica in un piccolo racconto .